Canfora Luciano - 2005 - Libro e libertà by Canfora Luciano

Canfora Luciano - 2005 - Libro e libertà by Canfora Luciano

autore:Canfora Luciano [Canfora Luciano]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Social Science, eBook Laterza, Media Studies
ISBN: 9788842078265
Google: 7NsVAQAAIAAJ
Amazon: B00J4124MS
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2005-02-14T23:00:00+00:00


4. Il libro-biblioteca

La follia di Tinius non nasceva dal nulla. Egli viveva in un mondo marginale e remoto, nelle campagne sassoni, dove «l’unico cambiamento erano i viaggiatori, pochi, accolti come fossero giornali viventi», dove l’evento più emozionante era l’arrivo del Postmann, del funzionario postale, dalle cui labbra sgorgavano le notizie. L’evento che segnò l’esistenza del fanciullo fu che un giorno il padre portò in casa un libro, un grosso libro rilegato in pelle, comprato all’asta in un piccolo villaggio sassone il 15 novembre del 1769, vent’anni prima della Rivoluzione francese. Tinius aveva allora cinque anni. Quel libro – i Detti morali del libro di Gesù Siracide – fu letto e riletto, assimilato, memorizzato. Aprirlo – scriverà il pastore-omicida nella sua autobiografia – era come entrare «in un mondo colorato»: i colori del mondo reale sbiadivano – scrive Huizing – a fronte di quelli evocati dalle illustrazioni del libro. Johann Georg «crebbe con quel libro».

La sua prima e decisiva esperienza, rafforzata poi dall’incontro con la Bibbia negli studi in Seminario, fu dunque quella del libro che racchiude tutto. L’erudizione alla quale egli guardava con cupidigia patologica era quella sei-settecentesca, illustrata da grandi opere che si chiamavano «Biblioteche» – forse in omaggio alla Biblioteca storica ­di Dio­doro. Burkhard Gotthelf Struve e Johann Albert Fabricius, per fare solo due grandi nomi.

La vita di Struve è segnata da una mitologia libresca che lo accompagna sin dalla nascita. Figlio del Consigliere segreto e giurista a Weimar Georg Adam Struve (morto nel 1692), Burkhard Gotthelf sarebbe stato partorito da una madre impegnata in cure letterarie nel momento stesso del parto! Negli anni di studio, a Jena, si confezionava lui stesso i manuali quando era insoddisfatto dell’insegnamento dei suoi maestri. Vorace nei confronti di ogni forma di sapere, «solo nei segreti della poesia non seppe addentrarsi» scrive il suo biografo nel­l’Allgemeine Deutsche Biographie: un modo di differenziarsi dalla madre poetessa. Il fratello maggiore era alchimista e operava in Olanda: presso di lui si recò il giovane Struve poco prima della morte del padre, e in Olanda cominciò a costruire la sua ricchissima biblioteca, densa di libri assai rari. Quando l’alchimista tornò in Germania si trovò impigliato in vicende che lo posero alle prese con la giustizia. Fu imprigionato ed il fratello dovette pagarne la scarcerazione sacrificando i tesori della sua biblioteca. Presso il fratello, Struve aveva conosciuto un personaggio che si faceva passare per «barone von Stark»: il presunto barone gli insegnò l’ebraico; e Struve si sprofondò nella lettura del­l’Antico Testamento in lingua originale cadendo progressivamente – nel suo concentrarsi in quel­l’unico libro totalizzante – in uno stato d’animo di tale «melanconia» da rinunciare alla lettura di qualunque altro libro.

Struve narra di essere stato tolto da questa condizione da un fanciullo che si recava a scuola e intonava la melodia di un canto di devozione. È evidente la reminiscenza agostiniana. L’episodio sembra ricalcato su quello cui Agostino (Confessioni, VIII, 12) attribuisce la propria conversione: l’improvvisa voce di un fanciullo che cantava «prendi e leggi» che lo indusse



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